La Nobiltà Civica nel Regno di Napoli

 

LE CITTA’ REGIE DEL REGNO DI NAPOLI

Il primo requisito fondamentale che produceva nobiltà era l’affrancamento dalla condizione servile. Le famiglie che vivevano in città regie e che quindi erano direttamente sudditi del sovrano, ovvero non sottoposte a feudatari, avevano il primo requisito per ascendere alla nobiltà attraverso il vissuto “more nobilium”. Tali famiglie poi potevano riunirsi in un Collegio dei Nobili che era il Seggio Nobiliare (a Napoli detto anticamente anche Sedile o Tocco), riconosciuto dal Sovrano o dagli Organi competenti come il Collaterale Consiglio.

 

IL PATRIZIATO

Il Patriziato era dunque la nobiltà prodotta da città regie e costituita da Seggi Nobiliari. I primi due requisiti per l’esistenza di un Patriziato erano: città regia e Seggio Nobiliare. Dunque nelle Città Regie (o Demaniali), ovvero città  patrimonio della corona, i nobili locali se erano riuniti in un Seggio Nobiliare (o più seggi per le città maggiori), creato ex novo dal Sovrano oppure da esso riconosciuto (anche tramite i suoi Organi), costituivano la nobiltà cittadina, il patriziato. In esso si riunivano le famiglie nobili che erano state ascritte dall'origine (o la cui ascrizione era "ab immemorabili") e quelle che si iscrivevano in seguito. A tale Seggio, infatti,  potevano aggregarsi altre famiglie nobili, con privilegio di gradimento e di veto da parte degli altri nobili (Seggio Chiuso) oppure no (Seggio Aperto). Dal 1693 l'Ordine di Malta, molto rispettato in materia nobiliare anche dal Regno di Napoli, restrinse l'accesso nelle sue fila  a quelle famiglie che dopo tale data avessero continuato a vivere in città feudali. Si considerò quindi il principio della degradazione della nobiltà in città infeudate. Con Real Dispaccio del 27 novembre 1780 il sovrano specificò però che non decadevano dalla nobiltà le famiglie che pur vivendo in città feudali appartenevano alla nobiltà locale riunita in Seggi Nobiliari. Ovvero Seggi esistenti da epoca antecedente l’infeudazione oppure seggi creati in epoca feudale e riconosciuti dal Sovrano attraverso il Collaterale Consiglio. Quindi una famiglia restava nobile se apparteneva ad un Seggio Nobiliare, anche se in città infeudata, purchè comunque tale seggio nobiliare fosse continuato ad esistere, e che la famiglia fosse in esso ascritta, anche in epoca feudale. Come detto i termini “Patrizio” o “Nobile” furono sinonimi dello stesso titolo indicante “Nobile cittadino”. Per comodità, per evitare confusioni e per seguire la prassi, distingueremo in “Patrizi” i Nobili ascritti a Seggi Nobiliari Chiusi e con il termine “Nobili di città” i Nobili ascritti a Seggi Nobiliari Aperti.

 

TIPOLOGIE

Le distinzioni fra i vari tipi di Nobiltà patriziale (distinzioni tipologiche e non qualitative) con i relativi requisiti che possono permetterne l’individuazione e la distinzione, erano dunque le seguenti:

1) Patrizi (ovvero Nobili di Seggio Chiuso):

- nobili abitanti di città regie o demaniali (dunque non sottoposte a feudatari)
- viventi nettamente separati dagli altri nobili locali e dal popolo
- godenti dell'ascrizione ad un Seggio Nobiliare chiuso (al quale non potevano accedere altri se non voluti dai patrizi già ascritti)
- godenti del diritto monopolistico (esclusivo) dell'accesso alle cariche civiche locali (e spesso anche a certe ecclesiastiche)

2) Nobili di città (nobiltà civica; ovvero Nobili di Seggio Aperto):

- nobili abitanti di città regie o demaniali (dunque non sottoposte a feudatari)
- viventi separati dal popolo
- godenti dell'ascrizione ad un Seggio Nobiliare Aperto (detta “vera separazione”) riservato ai soli nobili locali, al quale potevano accedere però anche altri nobili, richiedendolo al Seggio Nobiliare stesso oppure al Sovrano se non erano stati accettati dai nobili già ascritti
- godenti del diritto esclusivo dell'accesso alle cariche civiche locali (e spesso anche a certe ecclesiastiche)

3) Nobili locali

A) Nobili locali in città regie o demaniali

- nobili abitanti di città regie dove esisteva Patriziato cittadino o Nobiltà civica (ovvero Nobili di Seggio Aperto o Chiuso), ma non ascritti a tali Seggi (nobili fuori seggio, ovvero estranei al Patriziato locale)

- oppure abitanti di città regie dove non esisteva patriziato locale o nobiltà civica

- oppure nobili viventi in città feudali ma dove esisteva patriziato locale o nobiltà civica (e quindi la condizione feudale della città non aveva fatto decadere la nobiltà dei patrizi locali)

-viventi separati dal popolo

- uniti in un collegio nobiliare ma non ascritti a nessun Seggio Nobiliare (perchè localmente non esistente oppure perchè Seggio Nobiliare chiuso).

- oppure non riuniti in nessuna associazione riservata ai soli nobili; tale condizione fece degradare la nobiltà dopo il 1693

- aventi l'opportunità di collaborare al potere locale (con l’Universitas cittadina, oppure con il feudatario del luogo, ecc...)

 

B) Nobili locali in città feudali

- nobili viventi in città feudali ma dove esisteva patriziato locale o nobiltà civica (e quindi la condizione feudale della città non aveva fatto decadere la nobiltà dei patrizi locali)

- viventi separati dal popolo

- uniti in un collegio nobiliare ma non ascritti a nessun Seggio Nobiliare (perchè localmente non esistente oppure perchè Seggio Nobiliare chiuso)

- oppure non riuniti in nessuna associazione riservata ai soli nobili; tale condizione fece degradare la nobiltà dopo il 1693

- aventi l'opportunità di collaborare al potere locale (con l’Universitas cittadina, oppure con il feudatario del luogo, ecc.)

Quindi ricapitolando potevano esistere:

1) Città Regie con Seggio(i) Nobiliare(i) (Chiuso o Aperto) ovvero con i Patrizi cittadini

2) Città Regie con Seggio(i) Nobiliare(i) (Chiuso o Aperto), ovvero con i Patrizi cittadini e con altri Nobili locali (riuniti in altri Collegi nobiliari, ovvero nobili fuori Seggio, oppure non riuniti fra loro)

3) Città Regie senza Seggio(i) Nobiliare(i), ovvero dove i Nobili locali non erano riuniti in collegi o seggi

4) Città feudali con Seggio(i) Nobiliare(i) (anteriore alla feudalità o costituito dopo), ovvero con i Patrizi cittadini

5) Città feudali con Seggio(i) Nobiliare(i) (Chiuso o Aperto), ovvero con i Patrizi cittadini e con altri Nobili locali (riuniti in altri Collegi nobiliari, ovvero nobili fuori Seggio, oppure non riuniti fra loro); tale condizione fece degradare la nobiltà dopo il 1693

6) Città feudali senza Seggio(i) Nobiliare(i), ovvero dove i Nobili locali non erano riuniti in collegi o seggi nobiliari; tale condizione fece degradare la nobiltà dopo il 1693

 

CONSIDERAZIONI

Quindi i requisiti per l’esistenza di un Patriziato erano:

- città regia con Seggio Nobiliare

- città feudale con Seggio Nobiliare riconosciuto

Ne consegue che requisito fondamentale ed indispensabile era l’esistenza di un Seggio Nobiliare cittadino.

Tale esistenza venne constatata/confermata da autorità ed organi a ciò preposti, ad esempio con Reali Dispacci, Consulte della Camera di S. Chiara etc...

Il principio fondamentale è dunque:

Esiste il Patriziato cittadino in una data città (regia o feudale) solo se esiste un Seggio Nobiliare cittadino e sono Patrizi Cittadini SOLO quelle famiglie nobili locali ascritte a tale Seggio.

Quindi non esisteva il Patriziato cittadino in città regie dove vivevano famiglie nobili ma dove non esisteva un Seggio Nobiliare. Se in una città regia esisteva invece un Seggio Nobiliare una determinata famiglia nobile, ivi vivente, faceva parte del Patriziato cittadino se era ascritta a tale Seggio Nobiliare. Ma nelle città regie una famiglia nobile anche se non ascritta a Seggi Nobiliari ed anche se non godente del Patriziato cittadino non decadeva dalla sua nobiltà. In città feudali invece non esisteva il Patriziato cittadino se non vi era un Seggio Nobiliare riconosciuto. Ed i nobili locali che ivi vivevano, per essere Patrizi e per non decadere dalla nobiltà, dovevano essere ascritti a tale Seggio. Quindi nelle città feudali una famiglia nobile non ascritta a Seggi Nobiliari e non godente del Patriziato cittadino decadeva dalla sua nobiltà. Ne consegue che dopo il 1693 fu applicato il principio che: "una famiglia nobile che vive stabilmente in una città feudale dove non è iscritta ad un Seggio Nobiliare locale decade dalla sua nobiltà."

 

LA NOBILTA' PATRIZIALE DELL'EX REGNO DELLE DUE SICILIE IN EPOCA SABAUDA 

In epoca sabauda (1860-1945), con la creazione del Regno d’Italia, la Consulta Araldica del Regno e le varie Commissioni regionali valutarono, spesso con giudizi opinabili, gli accertamenti ed una distinzione fra Patriziati e Nobiltà civiche dell’ex Regno delle Due Sicilie. Essendo gli accertamenti effettuati non d’ufficio, ma su richiesta delle parti interessate, molte famiglie e molte nobiltà cittadine, che avevano diritto ad eventuali riconoscimenti, furono purtroppo ignorate oppure declassate e considerate Nobiltà civiche invece di Patriziati o peggio ancora non aventi diritto a godere riconoscimento di nobiltà civica. La Consulta introdusse anche il criterio di distinzione qualitativa fra Patriziati e Nobiltà civiche, elevando la dignità delle prime come superiori (erroneamente) alle seconde e creando ulteriori fraintendimenti ed errori.

A cura di Giovanni Grimaldi

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