Chiesa
  Parrocchiale di San Sebastiano
  
  Datata 1631 ha caratteri tardo-barocchi con accenti neoclassici. Il nucleo 
	originario però probabilmente risale al medioevo. Ha tre navate 
  e conta tredici altari col maggiore. Quelli posti in Cornu Evangelii 
  relativamente al maggiore sono dedicati rispettivamente: a S.Sebastiano 
  martire, a S.Carlo Borromeo, alla Madonna del Carmine, alla Santissima Trinità
  e alla Santissima Annunziata. A seguire dall’altro lato invece gl’altari
  sono dedicati rispettivamente: alla Concezione, a S.Lorenzo, alla Madonna del
  Gonfalone, a S.Antonio Abate, ai Santissimi innocenti e al nome di Gesù. Vi
  è infine un ultimo altare appoggiato alla prima colonna del Cornu Epistolae della nave di mezzo dedicato a Maria Santissima addolorata. L'altare 
  di S. Sebastiano Martire era di 
  
  Patronato
  della famiglia dei Baroni 
  Pietropaoli di Molina; quello della Madonna del Carmine era di J.P. della 
  famiglia Piccioli; quello della S.ma Trinità fu dapprima della famiglia 
  Pacuvio ed in seguito delle famiglie de Roccis, de Angelis, Francesconi, 
  Virgilio, di Iorio e Marrama di Pentima; quello della S.ma Annunziata fu della 
  famiglia Mortini mentre quello della S.ma Concezione fu prima della famiglia 
  de Petris ed in seguito delle famiglie Bertolfi e Bucciantonj; l'altare di San 
  Lorenzo era delle famiglie Francesconi e Cantalini; quello della Madonna del 
  Gonfalone aveva Legati e Cappellanie delle famiglie Sarra, Combattelli e 
  Pitticini; quello di Sant' Antonio Abate era di J.P. della famiglia 
  Francesconi mentre quello dei S.mi innocenti era di J.P. della famiglia 
  Piccioli; in fine l'altare della Madonna Addolorata era di J.P. della famiglia 
  Francesconi. Questa
  chiesa fu restaurata dopo il terremoto che nel 1703 sconvolse l’altipiano
  prendendo così le tipiche caratteristiche del barocco. All’interno vi sono
  delle notevoli decorazioni a stucco. Il campanile nel medio
  evo era una torre d’avvistamento. Detta chiesa si trova sotto il 
   palazzo
  Baronale che domina il paese.
   
 
 Chiesa
  della Madonna del Rosario 
  Sorge sul luogo ove si trovava la 
	chiesa di San Pelino, dove alla fine del '500 si insediò una comunità di 
	frati domenicani, abolita da Papa Innocenzo X nel 1652: da allora la chiesa 
	entrò in uno stato di abbandono, aggravato dalla peste del 1658 e dal 
	terremoto del 1703. Della chiesa non rimane nulla, se non i toponimi "san 
	puline", Piazza e Porta San Pelino. Fu cura del Rev.mo Don Francescantonio 
	Francesconi, Protonotario Apostolico e Vicario Foraneo della diocesi di 
	L'Aquila, nonché Arciprete in Navelli, il rinnovarla facendola ricostruire 
	dedicandola al SS.Rosario, con lavori che iniziarono nel 1726 ultimati 
	nell'arco di un cinquantennio. E' di forme barocche con all'interno un
  monumentale organo sempre barocco su vasto complesso ligneo di Adriano Fedeli della
  Rocchetta di Camerino (anticamente Fedri). Vi sono sei altari oltre al
  maggiore dei quali quattro hanno ai loro lati degli stucchi riportanti
  l’arme gentilizie delle famiglie nobili di Navelli che ne godevano di Jus
  Patronatus. Gli altari posti in Cornu Evangeli relativamente al
  maggiore sono dedicati: al Santissimo Crocifisso, a Sant’Anna e ai SS.
  Andrea d’Avellino e Gaetano Tiene. Gli altari del lato opposto (Cornu 
	Epistolae) sono invece
  dedicati: alla S.ma Annunziata, a S.Emidio e ai SS. Antonio Abate e Isidoro
  Agricola. L'altare del S.mo Crocifisso e quello della S.ma Annunziata erano di 
  J.P. della famiglia Bertolfi passato poi a carico della famiglia Francesconi 
  che fece scolpire ai loro lati quattro bassorilievi riportanti
  l'arma gentilizia di 
  famiglia; l'altare di San Gaetano Tiene e di S. Andrea d'Avellino 
  era invece di J.P. della famiglia Piccioli che fece scolpire ai suoi lati due 
  stemmi riportanti l'arma 
  gentilizia di famiglia. Nella chiesa si possono notare dei pregevoli dipinti sulle volte dell’interno
  risalenti al tardo settecento rappresentanti il paradiso. Questa chiesa è
  sita ai piedi del paese subito sopra la  
   Piazza San
  Pelino.  
 
 Chiesa
  cimiteriale di Santa Maria in Cerulis 
Risalente
  al XI secolo sorge sulle rovine di un antico tempio dedicato a Cerere. Ha tre
  navate e soli quattro altari col maggiore. Non si sa a chi fossero dedicati
  detti altari in quanto mancanti di raffigurazione da molti secoli. Fu
  restaurata nella metà dell’ottocento e in detto periodo vi si inserì la
  volta nel solo presbiterio. Nel medioevo nei sotterranei di detta chiesa
  venivano sepolti i morti del paese e nel duemila sono state trovate
  quarantacinque mummie medievali in ottimo stato di conservazione. Detta chiesa
  si trova all’altezza dell’attuale cimitero a circa un chilometro dal paese
  nella direzione di Civita Retenga. 
	Chiesa
  cimiteriale del Suffragio 
  Di epoca rinascimentale è per metà a tetto e per metà a volta. Vi sono cinque 
  altari col maggiore dedicato a S. Gregorio. Gl’altri quattro sono dedicati: ai 
  Santi Angeli Custodi, a San Gennaro, a San Vincenzo Ferreri e a Santa Maria 
  Maddalena. Sotto gl'altari di detta vi sono delle cripte dove venivano sepolte le salme dei membri
  delle famiglie nobili di Navelli fin dall’epoca rinascimentale. L’altare
  di San Gennaro era di J.P. della famiglia Mancini passato poi a carico della 
  famiglia dei baroni Marchi di Turri e vanta due pregevoli stucchi riportanti 
  
 l’arma gentilizia
  della famiglia Mancini; 
  l'altare dei Santi Angeli Custodi era di J.P. della famiglia Francesconi; 
  quello di S.Vincenzo Ferreri era di J.P. della famiglia Piccioli mentre quello 
  di S. Maria Maddalena era della famiglia Onofri. Questa chiesa fu utilizzata per emergenza nel 1654 per
  seppellirvi ottocento persone morte a causa della peste e si trova poco fuori 
	del paese subito sopra la 
	Piazza Piccioli. 
 
Oratorio
di San Nicola
E’
a tetto ed ha una sola navata ed un solo altare. E’ sito in campagna. 
 
Oratorio
della confraternita del Gonfalone
Di
epoca barocca è di forma circolare ed ha una sola navata ed un solo altare.
E’ sito in cima al paese accanto al 
 palazzo Baronale
subito sopra 
 la chiesa di
San Sebastiano. 
 
Cappella privata gentilizia dell'attiguo palazzo Francesconi già Cappa già Mancini. Risalente al seicento barocco è a volta ed ha un solo altare. All’interno si possono notare notevoli stucchi e dipinti. Fu fatta edificare dal Magnifico Filippo Maria Mancini di Navelli la famiglia del quale la lasciò in eredità ai baroni Cappa di San Nicandro. Quest’ultimi la lasciarono in eredità alla famiglia dei baroni Francesconi.
 
  
Cappella
di San Gennaro e Rosario  
Cappella privata gentilizia dell’attiguo palazzo Piccioli già Marchi già Mancini risalente al settecento. Fu fatta edificare dai Magnifici Ermenegildo e Giovanni Mancini di Navelli. La famiglia di quest'ultimi la lasciò in eredità ai baroni Marchi di Turri che la lasciarono in eredità alla famiglia dei Piccioli di Navelli.
Altre
Chiese di Campagna 
Chiesa della Madonna 
del Campo: 
è a tetto con una sola navata e un solo altare; Chiesa di S.Girolamo: è a volta 
con una sola navata e un solo altare;
Chiesa di S. 
Maria delle Grazie: è a volta ed ha una sola navata ed un solo 
altare; Chiesa della Madonna di Loreto: è a volta con una sola navata ed un solo 
altare. 
Cappella di San Rocco: è a volta ed ha una sola nave ed un solo altare. 
Dette chiese sono sparse per la piana di Navelli e risalgono tutte a epoca 
rinascimentale. 
 
Chiese
crollate 
S. Eugenia, sita in montagna, S.Pelino, sita al lato della Piazza omonima e San Michele, sita accanto l'antica chiesa di S.Maria in Cerulis.